domenica 28 giugno 2015

ROTOLI CARTA IGENICA TEMA MARE

Come fare quando il mare richiama tutta la nostra attenzione? E magari la confusione per strada ci ha costretti a fare inversione di marcia e ritornare a casa? I nostri bambini saranno delusi ed amareggiati...
Una proposta per tirare su il morale. Il gioco dei pirati fra sirene e squali.
Fateli costruire a loro i personaggi, ecco cosa o trovato sul web completi di tutorial...
La base di tutto: rotoli di carta igenica.

INIZIO DELLA STORIA

La storia inizia con dei Pirati Feroci che navigano nel mare, vanno in cerca del tesoro finché verranno distratti...



...delle Magiche Sirene. Il loro canto è divino e fa perdere i pirati in un mare quieto dal colore dell'arcobaleno. A un certo punto qualcosa minaccia la loro tranquillità..


Ecco dei squali affamati...


Riusciranno i pirati a sconfiggere gli squali? O saranno il loro pasto?... i cattivi vinceranno? O saranno le Sirene a trovare la soluzione?

I bambini troveranno il lieto fine, sarà un divertimento veramente creativo!

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GIOCO: SALVA L'AMICOSCATOLETTA TONNO PER PIANTINA O LUMINOMIELE OTTIMO PER RAFFORZARE IL SISTEMA IMMUNITARIO

venerdì 26 giugno 2015

ULTIMO GIORNO ED ANNO DI MATERNA


Ed eccoci giunti alla fine... proprio l'ultimo giorno della scuola, dei lunghi 4 anni di scuola materna!

Eri uno scricciolo quando hai iniziato, 2 anni e mezzo, piccola piccola in quella divisa enorme... sembravi vestita da clown. Mi lamentavo perché non c'erano divise di una taglia più piccola, ma il problema non era la divisa ma tu, mia piccola Gemma.
Lucciconi nei miei occhi come quelli di adesso, ti guardo e sospiro. Già, sei cresciuta ed il prossimo anno inizia la nuova avventura alla scuola elementare. Hai già tanta voglia d'imparare ed io... io ti dico che puoi aspettare.
E' vero che noi mamme, a volte siamo proprio noi, a non essere pronte. Non siamo pronte al distacco del cordone ombellicale. Vorremmo tenervi sempre dentro di noi. Ogni anno che trascorre, ogni candelina che si spegne è come se un pezzettino di voi figli si allontana da noi genitori.
Ben quattro le candeline spente in quel freddo gennaio, ogni candelina differente, ogni anno differente da quello trascorso. In questi anni di scuola materna ne abbiamo superate tante. Un gioco d'apprendere, un lavoretto da fare una gita fuori delle mura scolastiche, l'entusiasmo nei tuoi occhi... Attraverso te riesco a vedere l'evoluzione del mondo di oggi, ed è vero che voi bambini di questa generazione avete più di un marcia rispetto a quello che eravamo noi.
Che dirti, mia piccola Gemma: guarda avanti e prendi in mano la tua vita riempiendo di sorrisi ed entusiasmo il presente...
Che dirmi mia piccola Gemma: ti guarderò sospirando, con gli occhi lucidi ti accompagnerò come una mamma che sa solo AMARE!

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giovedì 25 giugno 2015

LA CANZONE DELLO SPIRITO


“C’è una tribù in Africa Orientale in cui l’arte della relazione profonda è nutrita anche prima della nascita.
In questa tribù la data di nascita di un figlio non è il giorno effettivo della sua nascita né il giorno del concepimento, come in altri villaggi.
Per questa tribù la data di nascita è la prima volta che il figlio è un pensiero nella mente della mamma .
Consapevole della sua intenzione di concepire un bambino con un particolare padre, la mamma va a sedere da sola sotto un albero. Lì si siede e ascolta fino a quando può sentire la canzone del bambino che spera di concepire.
Una volta che l’ha sentita, torna al villaggio e la insegna al padre in modo che possano cantarla insieme mentre fanno l’amore invitando il bambino a unirsi a loro. Dopo che il bambino è stato concepito, la mamma canta la canzone per il bambino che è nel suo grembo.
E poi la insegna alle donne anziane e alle ostetriche del villaggio perché, durante il travaglio e al momento miracoloso della nascita, il bambino sia accolto con la sua canzone.
Dopo la nascita tutti gli abitanti del villaggio imparano la canzone del loro nuovo membro e la cantano al bambino quando lui cade o si fa male.
La canzone è cantata nelle occasioni di trionfo, nei rituali e nelle iniziazioni.
Diventa poi parte della cerimonia del suo matrimonio e, alla fine della vita, i suoi cari si riuniranno attorno al letto di morte e canteranno questa canzone per l’ultima volta.”
J. Kornfield
da: A path with heart: A guide through the perils and promises of spiritual life, Bantam, 1996

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libro: IL PICCOLO CREATORE
LE AVVENTURE DELL'UOVO KOK
LA LEGGENDA DEL CRISANTEMO

    sabato 20 giugno 2015

    ABERO 3D CON LE MANI DEL BAMBINO


    A conclusione di un anno scolastico dove un piccolo seme, chiamato CHICCOLINO ha superato già le varie fasi e crescendo è diventato uno splendido alberello, la scuola materna di Gemma e Santiago ci invitano pertanto, a realizzare insieme al nostro bambino un albero tridimensionale che non superi la dimensione di un foglio A4. Si possono utilizzare svariati materiali, a secondo della nostra disponibilità quindi dare libero sfogo alla fantasia.
    I miei bambini sono felicissimi di poter fare un lavoretto assieme a noi genitori.
    Nel mio caso, avendo due bambini che vanno nella stessa scuola materna, abbiamo bisogno di due alberelli ma già UNO è stato creato in questa primavera con la collaborazione di entrambi, adesso ne resta di farne un'altro.
    Dopo esserci a lungo consultati, guardando anche qualche esempio su internet, abbiamo dato il via ai lavori ed alla fine, il nostro lavoretto è stato modificato man mano che si faceva, grazie a degli imprevisti di percorso che ci hanno guidato ad ultimare il nostro albero 3D e renderlo esclusivo ed unico.
    Giusto per iniziare è importante tenere presente che: per fare un albero insieme a un bambino, è necessario che il lavoretto sia alla sua altezza quindi più semplice possibile.
    Per mia deformazione professionale ho voluto utilizzare proprio le loro impronte ecco HANDINA in trasformazione.

    OCCORRENTE:

    Cartoncino marrone non tanto spesso (mi trovavo questo in casa);
    Scheletro del rotolo di carta-igenica;
    Carta speciale di colore verde che viene utilizzata dai fiorai per incartare le piante;
    per finire colla vinilica, forbicine, pennello, colori a tempera, spillatrice.

    Su tutta la lunghezza del cartoncino nella dimensione del foglio A4 scontorno braccio e mani del mio bambino. Questa operazione la ripetiamo 4 volte.


    Gemma ritaglia la sua sagoma, non ha importanza se ritaglia male poiché verrà tutto coperto.


    Preparo in un contenitore apposito (ho utilizzato un piattino usa e getta di plastica) colla vinilica che mescolo a un po di acqua. Gemma spalma questa miscela con un pennello nel primo tratto del fusto del nostro futuro albero, per la dimensione utile da essere attaccata sul rotolo di carta-igenica.


    Quindi attacchiamo man mano il nostro albero all'interno del rotolo.

    Spillare le dita che formano i rami sull'albero così da creare un effetto circolare.
    In questa operazione il bambino mi aiuta a fare stare in equilibrio l'alberello.


    Tagliuzzo la base del rotolo di carta-igenica così da evitare che il nostro lavoretto "traballi".



    Gemma si presta a tagliuzzare delle striscioline della carta verde speciale. Ho fissato la carta con spillatrice ai rami dell'albero dopo averla stropicciata ed arrotolata su se stessa.


    Per finire, pennelli in mano che c'è un tronchetto da colorare con il marrone.



    Missione compiuta

    I nostri due alberi sono veramente belli, che ne dite?


    Peccato che a scuola abbiamo  trovato dei lavori grandiosamente belli e alla fine, come sempre... gara persa!... ma no per i miei bambini che hanno fatto interamente il proprio alberello con le loro manine.
    Comunque con grande stupore ho potuto osservare che i genitori ne hanno di fantasia, c'è speranza per tutti!




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    mercoledì 17 giugno 2015

    QUADRETTO CON ARCOBALENO


    Per finire in bellezza quest'anno scolastico alla scuola materna dei miei figli non poteva mancare uno sterminio di ammalati, quasi tutti i bambini in contemporanea, da costringere la scuola a rimandare persino la recita di fine anno.
    Per fortuna mia, Santiago se l'è cavata con sangue a fiume dal naso dovuto da un colpo di calore, di conseguenza andrà ad occupare la sua superficie scolastica, quindi solo Gemma rimarrà a casa a farmi compagnia. Le giornate si sono rinfrescate e questo va anche a nostro favore per smaltire il caldo accumulato nei giorni scorsi.
    Quando i bambini sono a casa, desiderano sempre fare qualcosa, non so i vostri, ma i miei anche con febbre a 39° riescono sempre ad essere attivi.
    "Mamma uffa, piove sempre"... " Sai Gemma" le dico io, " dopo la pioggia c'è sempre l'arcobaleno, proviamo a farlo?" L'entusiasmo nel fare un lavoretto insieme alla sua mamma è alle stelle.
    Io, non ho idea di cosa fare, intanto su un foglio bianco A4, abbozzo delle curve da farle colorare con le tonalità dell'arcobaleno, sia da una parte che dall'altra...


    Un cartoncino bianco per le nuvole a sorreggere il nostro variopinto arcobaleno. HANDINA la manina si trasformerà in nuvola. Gemma si presta ben volentieri a scontornare la sua manina nel cartoncino e ritagliarla...


    Un cartoncino nero farà da sfondo e un filo qualsiasi come raffia, lana o spago da cucina per creare un sostegno da appendere, (ideale posizionarlo dietro l'arcobaleno, bucando con una matita appuntita il cartoncino).
    A decorare tante goccioline da incollare su della raffia azzurra. Siamo pronti a comporre il tutto incollandolo...



    per ricordarci che il cielo nero non può durare per sempre perché:

     "Dopo la pioggia c'è l'arcobaleno"



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    domenica 14 giugno 2015

    BICCHIERI IN TRASFORMAZIONE


    Avanti tutta nel trasformare in maniera creativa e costruttiva.
    In giro per il web non mi sono lasciata scappare questi simpatici bicchieri che si trasformano in balene, polipi, e ranocchi dove all'interno la sorpresa è.. tante caramelle.

    Cosa ne dite di utilizzarli per ringraziare i piccoli ospite che festeggiano il compleanno del nostro piccolo bambino?


    Vi potete sbizzarrire con il vostro bambino... maggior informazioni sul tutorial cliccando il LINK

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    venerdì 12 giugno 2015

    Il mio NO al PARTO INDOTTO



    A distanza di 6 anni scrivo del primo evento che ha sconvolto totalmente la mia vita: il parto della mia primogenita Gemma. Proprio ieri parlando con una mia amica, ho ricordato questo evento importantissimo al quale è legato tutto l'avvenire di ogni individuo: l'istante in cui si viene al mondo.
    Ricordo che Gemma non voleva nascere, la quarantesima settimana era ormai superata da giorni e come per legge, qui a Treviso, viene previsto il ricovero al raggiungimento del decimo giorno superate appunto le 40 settimane. Era il periodo di Natale e la sua nascita era prevista per il 5 Gennaio.
    Le feste erano ancora più belle con la mia bambina in grembo e si sperava che nascesse anche prima, poiché i suoi movimenti in pancia erano decisamente pressanti; a volte vedevo una protuberanza in rilievo nel mio grembo che andava da un punto all'altro. Spesso chiamavo mio marito chiedendogli di parlare alla piccolina per farla stare buona, a me non dava ascolto (già da li dovevo capire cosa mi aspettava).


    Il mio pancione era sempre più basso e i miei genitori si organizzavano a partire dalla Sicilia per non perdersi il grande evento. Abbiamo festeggiato insieme il capodanno e poi, la data prevista per il parto è arrivata senza novità. I giorni successivi sono stati intensi e ogni attimo era infinito. Ogni giorno che passava sembrava essere della durata di un mese. Al mattino, ad ogni risveglio, mio padre mi aspettava impaziente e mi chiedeva: " ancora nulla?" ... "no, nulla" rispondevo io.
    Mi sentivo in colpa, anzi, mi facevano sentire in colpa. Le telefonate di amici e parenti... a volte mi mancava il respiro, a volte volevo urlare a tutti che la mia bambina non aveva deciso ancora, gli volevo urlare di lasciarmi tranquilla. Ed ecco giunto il giorno del ricovero forzato. Di buon mattino, con il mio borsone pieno di tanta ingenuità, parto, accompagnata da Luca, in direzione dell’ospedale.

    Il ricordo di quei momenti mi accompagna ancora come fossero accaduti poco fa.
    Era il 15 Gennaio, fuori un freddo tagliente. Mi viene subito applicato un primo gel per stimolare il parto e mi ritrovo a camminare su e giù per i corridoi dell'ospedale per favorire l'inizio del travaglio, ma senza risultato. Al secondo gel mi viene anche fatta una manovra invasiva: spostano il mio utero nella posizione anteriore: un dolore per niente indifferente, ma nulla in confronto a quello che mi aspetta: le prime contrazioni stanno già partendo.
    Nel frattempo, arriva anche mio marito, preallertato dall’infermiera, ben coperto per il freddo di fuori e naturalmente impreparato a quello che sta per avvenire.
    Lo specchio in cui mi guardo, ormai riflette l’immagine di una donna alle prese con un travaglio e che si prepara a mettere al mondo una vita, la ragazza che mi sono abituata a veder riflessa ormai non c’era più. Evidentemente qualcosa è scattato dentro di me.

    Le doglie diventano sempre più forti,  concentrate tutte sulla parte bassa della schiena e si ripetono a breve distanza. Per cercare di “domarle” metto in atto una tecnica imparata al corso yoga pre-parto: canto utilizzando le vocali e fra una contrazione e l'altra cado in un sonno profondo che dura qualche minuto.
    In questo tempo di tregua Luca parla alla bambina in grembo, gli racconta del mondo che troverà fuori, descrivendo il sole, gli alberi, il mare... gli racconta di noi che la stiamo aspettando con tanto amore e delle cose che faremo insieme. Lo fa senza perdere di vista il monitor, quando vede arrivare una nuova contrazione, capisce che deve collaborare ad alleviarmi il dolore, premendo forte sulla mia schiena. Non riesco più a controllare il dolore.
    Successivamente ho letto in una rivista specializzata che, nel parto indotto, l'utero si apre in maniera involontaria, inviando un messaggio di dolore sconosciuto al cervello che, non riuscendo a gestirlo, lo rifiuta rimandandolo indietro e di fatto non attuando le difese per alleviarlo. È proprio in questo momento che la donna in travaglio è capace di fare di tutto; nel mio caso ho afferrato mio marito e guardandolo negli occhi gli ho urlato: "COL CAVOLO CHE TI FACCIO IL SECONDO FIGLIO!"
    Dalle 15.15 il mio travaglio prosegue fino alle 20.00, in una sala parto silenziosa (a parte le mie vocalizzazioni...), con le luci soffuse e con una ostetrica discreta che arriva di tanto in tanto a controllare la situazione. Adesso sento che è giunta l'ora di spingere... la mia bambina vuole uscire ma non ci riesce. Anche questa fase è molto intensa.
    Gemma viene al mondo alle 20.45 ed è piena di vernice caseosa. "Questa bambina voleva ancora stare..." è il primo commento dell’ostetrica. Caspita, è come mi avessero dato una pugnalata.


    Ancora oggi mi chiedo perché venga fatta questa violenza. Si, il parto indotto è una violenza sia nel confronti della madre che, come nel mio caso, ha dovuto subire dolori atroci, incontrollabili, episiotomia, lacerazioni ovunque, raschiamento dopo il parto e più di un mese di incontinenza post-partum; ancora oggi patisco delle conseguenze.
    È uno shock anche per il bambino, che non ha deciso lui di nascere in quel momento. La mia piccola Gemma presenta dei cambiamenti repentini di carattere, come se avesse subito una violenza; ancora oggi trova difficoltà ad affrontare i cambiamenti, come se non fosse ancora pronta, anche in piccoli gesti, come mettersi i calzini, o anche le magliette. Le danno fastidio e tira ripetutamente a se il calzino come se cercasse un modo per farlo passare... mi viene difficile da spiegare.

    Un osteopata ha trovato che nella sua testolina tutto è pressato e fuori posto; mi spiegava che nel parto indotto, l'apertura dell'utero in maniera invasiva lascia la muscolatura rigida, poco elastica, e la conseguenza è proprio questa.
    In questo momento ho come un nodo in gola, un forte desiderio di voler cambiare le cose, di avere la possibilità di tornare indietro nel tempo ed oppormi al parto indotto. Se il bambino sta bene, che decida lui quando nascere, non deve essere vittima della legge che gli impone il suo destino, non è giusto...
    Che possa questa mia testimonianza far aprire gli occhi a chi si trova prossimo al parto, che gli possa dare la forza di opporsi, dire di no! Non fate il mio stesso sbaglio, le conseguenze si ripercuoteranno per tutta la vita di una madre e di un figlio.


    Chiaramente questa è stata la mia esperienza, qualcuno lo avrà vissuto in un modo diverso. Da non sottovalutare comunque delle conseguenze che sembrano scontate ma che sono il frutto di azioni ben precisi.


    In data 27 Giugno 2015 aggiungo:
    Qualche giorno ho avuto occasione di partecipare a un importante conferenza sugli interventi durante il partoE' davvero indifferente il modo in cui nasciamo? 


    Ecco cosa dice a riguardo del parto indotto, Dominique Degranges docente di fama internazionale, relatore della conferenza:

    "Nel parto indotto si creano disaggi ben precisi.
    L'aiuto che si riceve per provocare l'inizio del travaglio e quindi la nascita, creerà al bambino l'esigenza di essere sempre aiutato nella vita, non lo renderà capace di affrontare le decisioni e i cambiamenti poiché non era pronto probabilmente a nascere.
    Una nascita aiutata ed indotta non permette di contrastare l'ostacolo che sarebbe stato utile a risvegliare i suoi impulsi di combattività.
    Inoltre nel parto indotto, il dolore va oltremisura poiché l'apertura in maniera involontaria dell'utero, invierà un informazione del dolore al cervello che non verrà riconosciuta e quindi sarà rispedita nella zona lombare non permettendo il controllo del cervello. Questa sofferenza sarà ad oltremisura avvertita anche dal bambino con la conseguenza di avere una posizione di autodifesa nella vita che lo indurrà a far del male agli altri o a se stesso. 
    Man mano questo atteggiamento lo porterà a spegnersi poiché sarà allontanato dagli altri e quindi escluso dalla società.
    Questo lo poterà ad evitare le cose che lo fanno soffrire, il non affrontare gli ostacoli significa non riuscire di conseguenza a trasformarli."

    Ho trovato in questa conferenza le conferme di ciò che ho sempre pensato ed è necessario che intervengo in qualche modo per il bene di mia figlia.

    "Le primissime esperienze della vita
    lasciano impronte nell'essere umano
    in formazione ed hanno una forte influenza
    sul suo modo di essere al mondo,
    di comunicare e di costruire relazioni."

    VEDI ANCHE:

    UNA FAVOLA CHE INIZIA DA UN PASSO
    GIGLIO CON MANO


    giovedì 11 giugno 2015

    COWBOY PARTY

    Sono una mamma un pò fuori dal comune, nel senso che, per una semplice festa di compleanno da organizzare al proprio bambino, mi perdo su internet nella ricerca di idee da poter mettere in pratica. Non finisce qui, ci penso anche la notte... è vero, a volte esagero veramente.

    La pistola giocattolo che ha fatto il mio piccolo Santiago, mi ha dato spunto per elaborare una festa come tema COWBOY. Ho trovato tantissimo materiale che non saprei da dove iniziare. Lo sintetizzo in qualche modo e lo condivido con voi!! Cliccando sulle parole in evidenzia, avrete accesso ai link di riferimento delle immagini. 



     Giusto per iniziare un ecco un invito con i baffi:


    " IL NOSTRO PICCOLO COWBOY (il nome del bambino)
    VI INVITA A FESTEGGIARE LA SUA FESTA DI COMPLEANNO (a seguire la data ed orario della festa, indirizzo, numero di telefono per conferma)

    Cappelli e bandane ad accogliere l'arrivo degli invitati



     A sfamare le piccole e docili creaturine una merendina sfiziosa. Cura dei particolari con snack salati ...


     Cura nei particolari con uno Stuzzichino dolce e i suoi Biscottini


    Un laboratorio per la costruzione di una pistola giocattolo da vero Cowboy


    Una pistola da utilizzare per il gioco dei Barattoli da buttare giù.


    Un Cavallo da utilizzare per correre felici sul prato


    Per finire tante foto ricordo da veri fuori legge


    Per chi, come me, non ha tanta dimestichezza con i dolci, ecco una una proposta di torta in tema COWBOY dove non si fa tanta fatica a realizzarla.


    Potete adattarla anche a questa idea QUI


    Che ne dite, non è proprio un idea da veri fuori legge? ... Ammetto che questa volta ho proprio esagerato!


    VEDI ANCHE:

    HALLOWEEN: GIOCO CON LE MELE,
    BISCOTTINI AL CACAO CON PIEDI E MANI PER HALLOWEEN

    TORTA FAMIGLIA

    lunedì 8 giugno 2015

    PISTOLA GIOCATTOLO AD ELASTICI FAI DA TE


    Un laboratorio per bambini veramento interessante. Era fra i molteplici stand nella manifestazione che ogni anno il 25 Aprile, si tiene a Monigo di Treviso all'interno della cooperativa Solidarità: la FRAGOLANDIA
    Mio marito si cimenta insieme al mio piccolo Santiago nel costruire una pistola che spara elastici. . A volte grazie a questi eventi dove ci sono intrattenimenti costruttivi per i bambini, noi grandi riusciamo a riscoprire lo spirito fanciullesco che ci porta a rimetterci in discussione, come in questo caso, nella costruzione di un giocattolo.

    Io ero impegnata con la mia Gemma in un altro stand, alle prese con una borsa. Eccovi delle foto dove si riesce benissimo a capire come è stata costruita questa pistola.

    Il materiale che è stato utilizzato è:

    Cartoncino spesso 
    fogli di carta crespa pesanti 
    colla vinilica
    colla a caldo
    nastro adesivo telato 
    nastro adesivo nero
    molletta
    elastici
    colori a tampone (o tempera)
    pennarelli colorati

    Come in foto il primo passo da fare è tagliare a sagoma il cartoncino spesso per fare l'impugnatura della pistola, farne due identiche e attaccarle fra di loro con la colla vinilica, così facendo il manico avrà più consistenza.


    Colorare il manico con dei colori a tampone o spennellare con tempera. Volendo si può fare dei decori con pennarelli o... come si vuole!

    Arrotolare il foglio di carta cresta per formare la canna della pistola. Arrotolare del nastro adesivo telato per fissarla.



    Fissare la canna al manico della pistola con del nastro adesivo nero e attaccare la molletta con della colla a caldo.



    Gli elastici saranno indispensabili per dare il senso compiuto alla funzionalità del nostro giocattolo pistola.



    N.B. Il mio suggerimento è quello di animare una festa di compleanno con il laboratorio da far fare ai bambini. Avranno il ricordo della festicciola svolta oltre a divertirsi a scatenarsi con lo sparo degli elastici, vi consiglio di fare il pieno delle munizioni. 
    In questo caso il tema COWBOY per la festa di compleanno sarebbe proprio opportuno!

    mercoledì 3 giugno 2015

    FESTA: LA CASA DEL CUORE

    Ci sono incontri inattesi che ti segnano, donandoti una gioia immensa. Così è stato con i ragazzi de “LA CASA DEL CUORE”.


    Nel loro sito si descrivono come “una Rete di Professionisti Autonomi e Interdipendenti che operano per il Benessere e la Salute globale” e, aggiungo io, anche per il Benessere mentale, emotivo, fisico e spirituale di ogni singola persona. 
    Li incontro un sabato di fine maggio ad una festa organizzata per bambini e genitori a Roncadelle, poco distante da Ponte di Piave (Treviso), nello splendido contesto della loro sede, fra campi infiniti, prati verdi e soffici e alberi di ciliegie mature pronte da cogliere…
    Vengo invitata ad una piacevole collaborazione con la psicologa Ilaria Baldin, che mi accompagna in una divertente lettura di un pezzettino di storia del mio libro “Le avventure dell’Uovo KOK”, con strumenti musicali e modulazioni di canto coinvolgendo il pubblico presente. Ilaria è stata bravissima a trasmettere la gioia di cantare insieme, ho avvertito la mia gola vibrare come se un energia si fosse liberata da dentro.





    Successivamente Fernanda Miotto, educatrice perinatale, ci ha guidato nel mondo del tatto. Abbiamo sperimentato un massaggio di coppia, un intimo momento con i nostri figli. La mia piccola Gemma si è prestata a farmi da partner; con immensa gioia abbiamo “ascoltato” le nostre mani, le spalle ed accarezzato interamente il nostro viso e la nostra testa.




    Nella gioia di stare insieme in un posto magico non poteva mancare un momento di danza, anzi di “BioDanza”, per onorare la Madre Terra.
    A guidarci Paolo Bressan, il padrone di casa, insieme a Laura Bertoli. Abbiamo danzato al suono di una musica coinvolgente, imitando gli elementi primari, TERRA, IL FUOCO, ARIA, ACQUA.

    Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

    Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

    Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

    Per finire la giornata un altra iniziativa suggestiva e un po’ folle. Laura ha portato del lievito madre e grazie alla farina Integrale Bio dei campi di Paolo e all'acqua della sua sorgente, abbiamo impastato il pane che poi abbiamo idealmente condiviso fra tutti noi … ma infornato e mangiato alla sera a casa.

    Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"


    Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

    Le mie parole non riescono proprio a descrivere le intense emozioni provate... i bambini che giocavano felici fra di loro, i genitori che si scambiavano sensazioni e vibrazioni positive. 

    Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

    Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

    Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

    Mi è sembrato di tornare alle origini della vita, con suoni e colori  che pervadono questa danza meravigliosa e perfetta del creato, dove l'armonia e la gioia di stare insieme non sono contaminate da interessi, consumismo e capitalismo. 

    Ancora una volta GRAZIE Ilaria Baldin, GRAZIE Paolo Bressan...

    UN FORTE ABBRACCIO

    Con Ilaria Baldin... foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"
    VEDI ANCHE:

    UNA FAVOLA CHE INIZIA DA UN PASSO
    I FANTASMI: LE PAURE DEI BAMBINI
    RIFLESSIONE SULLA LETTURA

    PULCINO PORTA DOLCI - LAVORETTO DI PASQUA

    Un pulcino per un lavoro di pasqua, realizzato con materiale riciclato. Occorrente: · Cartoncino di colore giallo, arancione, ner...