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sabato 19 novembre 2016

LA LUNA SUSSURRA ALLA TERRA

Nella sera del 14 Novembre 2016



Ho sempre amato la Luna. Questa sera, è una sera speciale, la luna è così vicina alla terra che non lo era da 70 anni circa. Guardandola, ho provato ad immaginare cosa direbbe lei della terra... e così mi ha parlato a modo suo!



LA LUNA SUSSURRA ALLA TERRA

Questa notte ti bacio
Mia amata terra

Ti tengo nel mio grembo

E nel silenzio 
riesco a percepire 
la brezza del tuo respiro

Ascolto i tuoi sospiri e 
sorrido per i tuoi vagiti
Tu che nasci al calar del sole e...
Alla luce sparisci!

Misteriosa e trepidante, 
Sconvolgi ogni mio umore con il tuo pensiero

Le emozioni sono lacrime 
che riverso nelle tue acque per poi sprofondare 
nei tuoi sogni profondi e azzurri 
che riscaldano il mio cuore e...

... sorrido ai tuoi vagiti!

Nunzia Bruno



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martedì 1 novembre 2016

IL DONO NEL GIORNO DEI MORTI

Fra i ricordi della mia infanzia legati al Primo Novembre, non ci sono né Zucche, né Dolcetti, ma un dono tanto atteso che arrivava direttamente dai morti.

Una notte magica e spettrale, quella che saluta il 1 Novembre, la festa di tutti i "Santi", e accoglie il 2 Novembre, e il Festeggiamento e Ricordo dei Morti.


Per tradizione, in questa notte, si credeva che i defunti venissero a trovare noi bambini per lasciarci dei doni.

Come a voler significare che, coloro che non sono più con noi in questa terra, ci stanno sempre accanto e si ricordano di noi.
Un potere a loro conferito, nella dimensione in cui si trovano rispetto a noi, è quello di fare delle magie, facendo materializzare delle cose che, rimarranno accanto a noi in futuro e ci faranno sempre ricordare di loro.

La mia infanzia è stata differente di quella che vivono i bambini di oggi, compreso i miei figli
.
I Doni dei miei Defunti: Le Bambole della mia Infanzia.

I miei defunti, mi facevano trovare ogni anno una Bambola nuova. Ricordo ancora oggi il momento in cui le ho ricevute.
Erano così poche, che le trattavo con cura ed attenzione speciali.

Le giornate del 1 e 2 Novembre, per me erano molto particolari, poiché permettevo alle mie Bambole di parlare.
Le prendevo dal posto dove stavano, mute e immobili, a guardarmi per l'intero anno e solo in questi due giorni ... ci giocavo.


Perché non ci giocavo durante il resto dell'anno?

Semplicemente perché avevo paura di sciuparle, rovinarle... Erano talmente preziose e uniche!

Per Natale non sempre arrivava un giocattolo e per il mio compleanno magari arrivava una torta e con quella si festeggiava.

A distanza di anni, mi rendo conto di essere stata proprio una brava bambina, anche se ... chissà se il termine "bravo" è corretto per descrivere quella bambina: sempre composta per rispondere alle aspettative altrui. D'altronde, però, la vita ci porta ad adattarci in base alle situazioni.


Chissà se il motivo per il quale io non riuscivo a giocare con le "ricche" e "accessoriate" Barbie era proprio questo senso di responsabilità è rispetto, derivato dal "poco" che ho ricevuto nella mia infanzia.

Sicuramente gran parte di ciò che sono oggi, è l'Impronta lasciata nei primi anni della mia vita.

Noto che neanche mia figlia, nel quotidiano, riesce a giocare con Bambole e Barbie, anche se ha ormai quasi 8 anni e ne è circondata in giro per la casa.

D'altro canto ha invece la predisposizione ad occupare il suo tempo con qualche gioco diverso dalle Bambole, probabilmente come lo era per me nella mia infanzia.

Le avrò trasmesso io questo "difetto ludico"? ... sarà!

Alla fine ognuno si deve accettare con le proprie predisposizioni senza attribuire la causa a qualcosa di specifico, semplicemente è stato così e va bene così.

Le tradizione e il folklore dei posti li caratterizza e li segna in maniera specifica proprio come ogni individuo ha le proprie tendenze e potenzialità.

Questo ricordo a me caro delle mia amata terra che è la Sicilia, lo custodisco con affetto.
Sul Link specifiche sulla tradizione del 2 novembre.


Adesso mi adatto alla nuova realtà del posto dove mi trovo, il Veneto, che ha adottato la tradizione americana del "dolcetto o scherzetto", con i bambini che sgattaiolano fra una casa e l'altra travestiti da fantasmini, streghette e mostri, con racconti di antiche leggende legati ad halloween.

Anche questo fa parte di noi e l'uno non esclude l'altro, d'altronde il folklore è stato sempre quello che ha caratterizzato i popoli ed è giusto rispettarlo e viverlo quando si è chiamati a farlo.

Un buon inizio del nuovo mese di novembre a tutti!

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venerdì 16 settembre 2016

I TALENTI DEI BAMBINI


I talenti, una parolina che brilla come una stella... la stella luminosa che si trova all'interno di noi stessi. Una vita non basta per riuscire a scoprirla e farla emergere, non basta perché i condizionamenti esterni deviano il percorso personale senza lasciare spazio a seguire ciò che è nella nostra natura.
La scuola, come costituzione iniziale, dovrebbe far emergere e assecondare, sviluppando la propria inclinazione fin da piccolini. Invece ci troviamo in un contesto fatto di regole prestabilite, che chiedono all'individuo di essere un genio o un manager, ignorando la nobiltà di quei mestieri che se non ci fossero, non ci permetterebbe di nutrirci di quella semplicità che si vive in ogni giorno, nella propria quotidianità, quella fatta proprio delle piccole cose che donano il senso della felicità.
Si accumulano tanti piccoli traumi dovuti a forzature che si chiedono alla propria natura; traumi ben precisi che ci hanno fatto male a tal punto, da averne poi rimosso il ricordo dalla nostra memoria. A quell'evento specifico era probabilmente legato lo sviluppo di un proprio talento.
Analizzando il percorso collettivo delle gente, esiste una insoddisfazione dovuta al fatto che non si è dato sufficiente ascolto al proprio sentire. I ruoli si inter-scambiano tante volte e non si giunge all'armonia del benessere individuale.
E' utile quindi, che l'ascolto che si da ai propri figli sia costruttivo; non pretendiamo che siano loro a realizzare i nostri sogni
Nella frenesia di vedere tutto realizzato, non si da loro modo di maturare per mettere a frutto in modo sano i propri ideali.


Tirando le somme troviamo giovani che si laureano per fare la felicità di mamma e papà, per poi a ricominciare d'accapo ... intanto hanno buttato via anche 10 anni di vita. Troviamo anziani che arrivano alla pensione con tanti rimpianti... e lasciando dietro di se tante vittime...



Qual'è il segreto per una vita di successo?

 LASCIAMO SPAZIO ALLA NOSTRA VOCE INTERIORE...


POTRA' INDICARCI UN AMORE PER I LIBRI, ESSERE DEI FUTURI BIBLIOTECARI O LIBRAI: EFFICACI E VALIDI!


MAGARI DEI MECCANICI CHE FANNO FUNZIONARE LE AUTOMOBILI SENZA CHE ABBIANO UNA SCADENZA...


E' IMPORTANTE CURARE OGNI GIORNO IL PROPRIO ORTO


PER POTER RACCOGLIERE I FRUTTI QUANDO ARRIVA IL SUO MOMENTO


DANDO VOCE ALLE EMOZIONI


AFFINCHE' I NOSTRI PASSI SIANO ARMONIOSI E RISPONDANO ALL'INTUITO CHE IL NOSTRO CORPO CI INDICA SENZA PAURA


SOLO COSI' LA NOSTRA VITA POTRA' ESSERE VISSUTA DA SUPER EROE


RIUSCENDO OGNI GIORNO A DOSARE L'INGREDIENTE GIUSTO


UTILE A MODELLARE LA NOSTRA ESISTENZA


E FARCI GUARDARE LE COSE DALLA PROSPETTIVA GIUSTA


SOGNANDO E REALIZZANDO IL NOSTRO MONDO MIGLIORE


PER FARE DELLA NOSTRA VITA UN VERO CAPOLAVORO



SENZA MAI DIMENTICARCI DI ESSERE PARTE DI UN TUTTO CHE SOLO SE LO PERMETTIAMO CI DONA LA GIOIA DI ESISTERE!


Già! ... a volte penso che di essere proprio una sognatrice; diffido della famosa frase che dice: "c'è crisi, bisogna accontentarsi e vedere il mestiere che ti da più speranza di lavoro"... e poi? 

Bastava magari darsi più fiducia dall'inizio, ognuno ad occupare il suo posto, ciò che era nella propria natura per poter vivere una vita felice e far brillare la propria stella!

Nunzia Bruno

Riproduzione consentita con citazione della fonte.

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venerdì 13 novembre 2015

A SPASSO FRA LA NEBBIA D'AUTUNNO

Chi l'ha detto che il brutto tempo influenza in maniera non positiva l'umore?
A me succede invece, proprio quando il sole non splende in alto nel cielo, che riesco ad attingere alla mia fonte creativa.
La penombra della stanza, il raccoglimento, le candele che fanno sempre più atmosfera e i profumi della cromoterapia che sbuffano da questo contenitore che cambia di colore...
La timidezza del sole offuscata dalla nebbia fra i colori in pieno autunno per me è poesia.
Anzi,quasi quasi il sole a volte frena ogni mio slancio dandomi svogliatezza e voglia di non far nulla. Il bello delle stagioni però è proprio questo, ci danno modo di non annoiarci e godere di ogni loro caratteristica.


In questo autunno, nella misteriosa atmosfera che la nebbia dona, non mi sono fatta mancare una passeggiatina sull'Ostiglia (pista ciclo-pedonabile ricavata da un ex ferrovia dismessa).
Trasmettere ai propri figli la bellezza di una giornata uggiosa è importante per dare valore ad ogni aspetto della vita. Colgo l'occasione di fare due passi insieme a Gemma e Santiago, il rientro da scuola è proprio il momento giusto per alleggerire ogni fatica... una piccola deviazione per poterci godere la misteriosa nebbia in questo stupendo Autunno.

L'ingresso dell'Ostiglia è vigilato da un gatto, le sue orecchie appuntite non mi lasciano altro spazio nella mia immaginazione di improntare una storia di elfi e folletti con fate svolazzanti...
"Sapete bambini che gli elfi hanno le orecchie a punta come i gatti?"

"Ooohhhh!" ... Stupore


Nel percorso altri gattini intrecciano i nostri passi. I miei bambini super eccitati per l'atmosfera magica.

Gemma alla ricerca di foglie particolari e Santiago a calpestare la montagna di foglie guardando fra tronchi di alberi spezzati immaginando folletti danzanti e bizzarri.


"Mamma ti voglio tantissimo bene", la mia Gemma mi abbraccia commossa.

Che bello stare insieme, 
che bello stare insieme bene, 
che bello stare insieme bene programmando la propria crescita con momenti felici!

Ancora nebbia si scorge dalla mia finestra, il nostro parco è un vero tesoro!



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mercoledì 16 settembre 2015

PRIMO GIORNO DI SCUOLA IN PRIMA ELEMENTARE

Cosa vuoi che sia l'inizio della scuola, soprattutto una scuola che segna l'inizio ma proprio l'inizio di una nuova serie?
Già, è vero che sembra una cosa da nulla per chi non lo vive...

Solo sei anni e mezzo fa, ho messo al mondo la mia piccola Gemma, ogni cosa nuova che vive si amplifica perché siamo in due a viverla.

I preparati per la scuola primaria, sono iniziati già da un bel pezzo, dalla fine della scuola materna: lo zaino e l'astuccio con il suo personaggio preferito: Frozen!
Settembre inizia con l'acquisto del grembiulino che viene personalizzato con dei cuoricini e delle farfalline.
A seguire la lista delle cose da acquistare e da personalizzare. Gemma è super entusiasta e sceglie con cura ogni particolare e dettaglio che potrà esserle utile.


Ieri sera la guardavo dormire. Le braccine entrambe in aria, nella stessa posizione di nanna di quando era piccina.
Il mio cuscino umido delle mie lacrime... ho ripercorso tutti i suoi momenti di crescita.
"Mannagia a me..." mi sono detta " perchè devo essere così fragile?"

Questa mattina, il  grembiulino in bella mostra, come quando prepari gli abiti per un matrimonio che li tieni pronti da indossare, puliti, stirati e profumati.



Una doccina calda alla mia bambina. Ho lasciato che si arrangiasse e così ha fatto senza lamentarsi e facendo tutto per bene.


Siamo pronte ad uscire e via in bicicletta, in ritardoooo...


...ma  giusto in tempo per entrare ed assistere alla cerimonia di benvenuto.


Eccomi qui ancora con un' altra lacrimuccia... 
(devo chiamare un idraulico, ultimamente ho tante perdite dagli occhi!)


Accolgono i bambini con la storia di "lupo e lupetto" e seguendo le loro orme riprodotte sul pavimento, dritti dritti nella loro aula... Gemma si fa spazio con decisione e prende posto in un banco in seconda fila, ancora super felice ed entusiasta... La sua felicità è anche la mia!


Ed io in un angolo, ad immortalare questo momento unico.
E rimango qui in angolo della sua vita ad osservare i suoi passi e sostenere le sue cadute.

"Un grembiulino da riempire
con questo o quel bambino,
Un cuore batte forte
l'emozione bussa alle porte.

La campana sta per suonare...
proprio così:
la scuola sta per iniziare,
una nuova avventura
adesso si vive senza paura."

                                                          Nunzia Bruno

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ULTIMO GIORNO ED ANNO DI MATERNAINSERIMENTO: PRIMA SETTIMANA DI SCUOLA MATERNALA SCATOLA DEL TESORO,

venerdì 3 luglio 2015

MONTAGNA: UN IMPROVVISO TEMPORALE

Il fine settimana si avvicina ed il caldo ormai ci è amico ed a volte anche nemico...
Non ci è amica la strada che conduce al mare. E' vero che nel fine settimana estivo rappresenta una via di fuga per il caldo, un po meno per la stabilità emotiva soprattutto quando diventano ore le attese in fila incastrati fra una macchina e un'altra.
Personalmente noi in famiglia non amiamo le trasferte al mare nei giorni di sabato e domenica, la soluzione alternativa è rappresentata dalla montagna. Abitando a Treviso non è difficile raggiungere uno dei posti più suggestivi al mondo, le mitiche Dolomiti.
Abbiamo scelto la zona di Cortina d'Ampezzo per la nostra giornata nella natura. Bimbi a bordo e... partenza!

Ed eccoci al PIAN DE RA SPINES un percorso facile alle porte del Parco Naturale: un incantevole paesaggio fra bosco e cascate d'acqua ideale per famiglie con bambini.
Lungo il percorso si trovano diverse aree di sosta anche con tavolini, comodità utile per consumare dei panini confezionati a casa.


L'aria della montagna mi riconcilia con me stessa, ne avevo proprio di bisogno.
Passeggiando con i bambini, lascio libero sfogo alla mia fantasia e trovo nella natura lo spunto per raccontare delle storie mitologiche.
Una roccia che forma una casa o un insenatura sotto un albero è la scenografia ideale come rifugio di fate, elfi, gnomi e folletti...
"Eccoli li vedete?... ci salutano con la mano!"...
"Mamma ma dove sono?"
"Se guardate con gli occhi dell'anima riuscite a vederli sapete?"
Io non so se li confondo o stimolo la loro fantasia, il risultato è che anche loro osservano la natura con uno sguardo più attento, intervenendo nei racconti che faccio.
Lungo il percorso scorgo un albero straordinario, sono due fusti che si fondono abbracciandosi per poi innalzarsi l'uno accanto all'altro.
Non potevamo farci sfuggire un abbraccio, tutti insieme attorno al nostro amico albero.

Permesso accordato...


Eccoci giunti ad una spiaggia lungo il fiume, corrono felici, tolgono le scarpe e giocano con la sabbia. 


I miei cuccioli... gli voglio un bene dell'anima...


L'imprevedibile montagna oggi è stata molto generosa con noi, oltre al sole ci ha fatto dono della pioggia, ma proprio tanta pioggia...
"Aiuto si salvi chi può!" 
Per un tratto abbiamo aumentiamo il nostro passo, con entrambi i bambini a bordo del passeggino, considerato che non c'erano lampi decidiamo alla fine di metterci al riparo sotto gli alberi. 
Attenzione a non sostare mai sotto un albero o attaccati alle rocce quando ci sono lampi, essi rappresentano i primi conduttori di energia, è in gioco la nostra vita.


La pioggia è stata proprio tanta e non accennava di smettere, il nostro punto di arrivo non era tanto distante. Mi sono accovaccio in un angolino protetta dall'albero. Osservo la pioggia che cade, odo lo scrosciare dell'acqua e il bosco con i suoi rumori... respiravo un aria divina, che magia...

E così ancora una volta, la nostra giornata è stata imprevedibile e noi all'altezza della situazione.
Di corsa sotto la pioggia per raggiungere il nostro punto di partenza. I bambini si sono bagnati ma sono felici e soddisfatti. Il cambio di abiti gli ha permesso di fare un ritorno a casa asciutti e fra le braccia di Morfeo con sogni fatati e danze fra la pioggia!

Alla prossima!


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UN COMPLEANNO ALLE TERME DI LASKO
FAI DA TE DETERSIVO PER BAGNO, VETRI, ACCIAO

venerdì 26 giugno 2015

ULTIMO GIORNO ED ANNO DI MATERNA


Ed eccoci giunti alla fine... proprio l'ultimo giorno della scuola, dei lunghi 4 anni di scuola materna!

Eri uno scricciolo quando hai iniziato, 2 anni e mezzo, piccola piccola in quella divisa enorme... sembravi vestita da clown. Mi lamentavo perché non c'erano divise di una taglia più piccola, ma il problema non era la divisa ma tu, mia piccola Gemma.
Lucciconi nei miei occhi come quelli di adesso, ti guardo e sospiro. Già, sei cresciuta ed il prossimo anno inizia la nuova avventura alla scuola elementare. Hai già tanta voglia d'imparare ed io... io ti dico che puoi aspettare.
E' vero che noi mamme, a volte siamo proprio noi, a non essere pronte. Non siamo pronte al distacco del cordone ombellicale. Vorremmo tenervi sempre dentro di noi. Ogni anno che trascorre, ogni candelina che si spegne è come se un pezzettino di voi figli si allontana da noi genitori.
Ben quattro le candeline spente in quel freddo gennaio, ogni candelina differente, ogni anno differente da quello trascorso. In questi anni di scuola materna ne abbiamo superate tante. Un gioco d'apprendere, un lavoretto da fare una gita fuori delle mura scolastiche, l'entusiasmo nei tuoi occhi... Attraverso te riesco a vedere l'evoluzione del mondo di oggi, ed è vero che voi bambini di questa generazione avete più di un marcia rispetto a quello che eravamo noi.
Che dirti, mia piccola Gemma: guarda avanti e prendi in mano la tua vita riempiendo di sorrisi ed entusiasmo il presente...
Che dirmi mia piccola Gemma: ti guarderò sospirando, con gli occhi lucidi ti accompagnerò come una mamma che sa solo AMARE!

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venerdì 12 giugno 2015

Il mio NO al PARTO INDOTTO



A distanza di 6 anni scrivo del primo evento che ha sconvolto totalmente la mia vita: il parto della mia primogenita Gemma. Proprio ieri parlando con una mia amica, ho ricordato questo evento importantissimo al quale è legato tutto l'avvenire di ogni individuo: l'istante in cui si viene al mondo.
Ricordo che Gemma non voleva nascere, la quarantesima settimana era ormai superata da giorni e come per legge, qui a Treviso, viene previsto il ricovero al raggiungimento del decimo giorno superate appunto le 40 settimane. Era il periodo di Natale e la sua nascita era prevista per il 5 Gennaio.
Le feste erano ancora più belle con la mia bambina in grembo e si sperava che nascesse anche prima, poiché i suoi movimenti in pancia erano decisamente pressanti; a volte vedevo una protuberanza in rilievo nel mio grembo che andava da un punto all'altro. Spesso chiamavo mio marito chiedendogli di parlare alla piccolina per farla stare buona, a me non dava ascolto (già da li dovevo capire cosa mi aspettava).


Il mio pancione era sempre più basso e i miei genitori si organizzavano a partire dalla Sicilia per non perdersi il grande evento. Abbiamo festeggiato insieme il capodanno e poi, la data prevista per il parto è arrivata senza novità. I giorni successivi sono stati intensi e ogni attimo era infinito. Ogni giorno che passava sembrava essere della durata di un mese. Al mattino, ad ogni risveglio, mio padre mi aspettava impaziente e mi chiedeva: " ancora nulla?" ... "no, nulla" rispondevo io.
Mi sentivo in colpa, anzi, mi facevano sentire in colpa. Le telefonate di amici e parenti... a volte mi mancava il respiro, a volte volevo urlare a tutti che la mia bambina non aveva deciso ancora, gli volevo urlare di lasciarmi tranquilla. Ed ecco giunto il giorno del ricovero forzato. Di buon mattino, con il mio borsone pieno di tanta ingenuità, parto, accompagnata da Luca, in direzione dell’ospedale.

Il ricordo di quei momenti mi accompagna ancora come fossero accaduti poco fa.
Era il 15 Gennaio, fuori un freddo tagliente. Mi viene subito applicato un primo gel per stimolare il parto e mi ritrovo a camminare su e giù per i corridoi dell'ospedale per favorire l'inizio del travaglio, ma senza risultato. Al secondo gel mi viene anche fatta una manovra invasiva: spostano il mio utero nella posizione anteriore: un dolore per niente indifferente, ma nulla in confronto a quello che mi aspetta: le prime contrazioni stanno già partendo.
Nel frattempo, arriva anche mio marito, preallertato dall’infermiera, ben coperto per il freddo di fuori e naturalmente impreparato a quello che sta per avvenire.
Lo specchio in cui mi guardo, ormai riflette l’immagine di una donna alle prese con un travaglio e che si prepara a mettere al mondo una vita, la ragazza che mi sono abituata a veder riflessa ormai non c’era più. Evidentemente qualcosa è scattato dentro di me.

Le doglie diventano sempre più forti,  concentrate tutte sulla parte bassa della schiena e si ripetono a breve distanza. Per cercare di “domarle” metto in atto una tecnica imparata al corso yoga pre-parto: canto utilizzando le vocali e fra una contrazione e l'altra cado in un sonno profondo che dura qualche minuto.
In questo tempo di tregua Luca parla alla bambina in grembo, gli racconta del mondo che troverà fuori, descrivendo il sole, gli alberi, il mare... gli racconta di noi che la stiamo aspettando con tanto amore e delle cose che faremo insieme. Lo fa senza perdere di vista il monitor, quando vede arrivare una nuova contrazione, capisce che deve collaborare ad alleviarmi il dolore, premendo forte sulla mia schiena. Non riesco più a controllare il dolore.
Successivamente ho letto in una rivista specializzata che, nel parto indotto, l'utero si apre in maniera involontaria, inviando un messaggio di dolore sconosciuto al cervello che, non riuscendo a gestirlo, lo rifiuta rimandandolo indietro e di fatto non attuando le difese per alleviarlo. È proprio in questo momento che la donna in travaglio è capace di fare di tutto; nel mio caso ho afferrato mio marito e guardandolo negli occhi gli ho urlato: "COL CAVOLO CHE TI FACCIO IL SECONDO FIGLIO!"
Dalle 15.15 il mio travaglio prosegue fino alle 20.00, in una sala parto silenziosa (a parte le mie vocalizzazioni...), con le luci soffuse e con una ostetrica discreta che arriva di tanto in tanto a controllare la situazione. Adesso sento che è giunta l'ora di spingere... la mia bambina vuole uscire ma non ci riesce. Anche questa fase è molto intensa.
Gemma viene al mondo alle 20.45 ed è piena di vernice caseosa. "Questa bambina voleva ancora stare..." è il primo commento dell’ostetrica. Caspita, è come mi avessero dato una pugnalata.


Ancora oggi mi chiedo perché venga fatta questa violenza. Si, il parto indotto è una violenza sia nel confronti della madre che, come nel mio caso, ha dovuto subire dolori atroci, incontrollabili, episiotomia, lacerazioni ovunque, raschiamento dopo il parto e più di un mese di incontinenza post-partum; ancora oggi patisco delle conseguenze.
È uno shock anche per il bambino, che non ha deciso lui di nascere in quel momento. La mia piccola Gemma presenta dei cambiamenti repentini di carattere, come se avesse subito una violenza; ancora oggi trova difficoltà ad affrontare i cambiamenti, come se non fosse ancora pronta, anche in piccoli gesti, come mettersi i calzini, o anche le magliette. Le danno fastidio e tira ripetutamente a se il calzino come se cercasse un modo per farlo passare... mi viene difficile da spiegare.

Un osteopata ha trovato che nella sua testolina tutto è pressato e fuori posto; mi spiegava che nel parto indotto, l'apertura dell'utero in maniera invasiva lascia la muscolatura rigida, poco elastica, e la conseguenza è proprio questa.
In questo momento ho come un nodo in gola, un forte desiderio di voler cambiare le cose, di avere la possibilità di tornare indietro nel tempo ed oppormi al parto indotto. Se il bambino sta bene, che decida lui quando nascere, non deve essere vittima della legge che gli impone il suo destino, non è giusto...
Che possa questa mia testimonianza far aprire gli occhi a chi si trova prossimo al parto, che gli possa dare la forza di opporsi, dire di no! Non fate il mio stesso sbaglio, le conseguenze si ripercuoteranno per tutta la vita di una madre e di un figlio.


Chiaramente questa è stata la mia esperienza, qualcuno lo avrà vissuto in un modo diverso. Da non sottovalutare comunque delle conseguenze che sembrano scontate ma che sono il frutto di azioni ben precisi.


In data 27 Giugno 2015 aggiungo:
Qualche giorno ho avuto occasione di partecipare a un importante conferenza sugli interventi durante il partoE' davvero indifferente il modo in cui nasciamo? 


Ecco cosa dice a riguardo del parto indotto, Dominique Degranges docente di fama internazionale, relatore della conferenza:

"Nel parto indotto si creano disaggi ben precisi.
L'aiuto che si riceve per provocare l'inizio del travaglio e quindi la nascita, creerà al bambino l'esigenza di essere sempre aiutato nella vita, non lo renderà capace di affrontare le decisioni e i cambiamenti poiché non era pronto probabilmente a nascere.
Una nascita aiutata ed indotta non permette di contrastare l'ostacolo che sarebbe stato utile a risvegliare i suoi impulsi di combattività.
Inoltre nel parto indotto, il dolore va oltremisura poiché l'apertura in maniera involontaria dell'utero, invierà un informazione del dolore al cervello che non verrà riconosciuta e quindi sarà rispedita nella zona lombare non permettendo il controllo del cervello. Questa sofferenza sarà ad oltremisura avvertita anche dal bambino con la conseguenza di avere una posizione di autodifesa nella vita che lo indurrà a far del male agli altri o a se stesso. 
Man mano questo atteggiamento lo porterà a spegnersi poiché sarà allontanato dagli altri e quindi escluso dalla società.
Questo lo poterà ad evitare le cose che lo fanno soffrire, il non affrontare gli ostacoli significa non riuscire di conseguenza a trasformarli."

Ho trovato in questa conferenza le conferme di ciò che ho sempre pensato ed è necessario che intervengo in qualche modo per il bene di mia figlia.

"Le primissime esperienze della vita
lasciano impronte nell'essere umano
in formazione ed hanno una forte influenza
sul suo modo di essere al mondo,
di comunicare e di costruire relazioni."

VEDI ANCHE:

UNA FAVOLA CHE INIZIA DA UN PASSO
GIGLIO CON MANO


mercoledì 3 giugno 2015

FESTA: LA CASA DEL CUORE

Ci sono incontri inattesi che ti segnano, donandoti una gioia immensa. Così è stato con i ragazzi de “LA CASA DEL CUORE”.


Nel loro sito si descrivono come “una Rete di Professionisti Autonomi e Interdipendenti che operano per il Benessere e la Salute globale” e, aggiungo io, anche per il Benessere mentale, emotivo, fisico e spirituale di ogni singola persona. 
Li incontro un sabato di fine maggio ad una festa organizzata per bambini e genitori a Roncadelle, poco distante da Ponte di Piave (Treviso), nello splendido contesto della loro sede, fra campi infiniti, prati verdi e soffici e alberi di ciliegie mature pronte da cogliere…
Vengo invitata ad una piacevole collaborazione con la psicologa Ilaria Baldin, che mi accompagna in una divertente lettura di un pezzettino di storia del mio libro “Le avventure dell’Uovo KOK”, con strumenti musicali e modulazioni di canto coinvolgendo il pubblico presente. Ilaria è stata bravissima a trasmettere la gioia di cantare insieme, ho avvertito la mia gola vibrare come se un energia si fosse liberata da dentro.





Successivamente Fernanda Miotto, educatrice perinatale, ci ha guidato nel mondo del tatto. Abbiamo sperimentato un massaggio di coppia, un intimo momento con i nostri figli. La mia piccola Gemma si è prestata a farmi da partner; con immensa gioia abbiamo “ascoltato” le nostre mani, le spalle ed accarezzato interamente il nostro viso e la nostra testa.




Nella gioia di stare insieme in un posto magico non poteva mancare un momento di danza, anzi di “BioDanza”, per onorare la Madre Terra.
A guidarci Paolo Bressan, il padrone di casa, insieme a Laura Bertoli. Abbiamo danzato al suono di una musica coinvolgente, imitando gli elementi primari, TERRA, IL FUOCO, ARIA, ACQUA.

Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

Per finire la giornata un altra iniziativa suggestiva e un po’ folle. Laura ha portato del lievito madre e grazie alla farina Integrale Bio dei campi di Paolo e all'acqua della sua sorgente, abbiamo impastato il pane che poi abbiamo idealmente condiviso fra tutti noi … ma infornato e mangiato alla sera a casa.

Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"


Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

Le mie parole non riescono proprio a descrivere le intense emozioni provate... i bambini che giocavano felici fra di loro, i genitori che si scambiavano sensazioni e vibrazioni positive. 

Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

Foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"

Mi è sembrato di tornare alle origini della vita, con suoni e colori  che pervadono questa danza meravigliosa e perfetta del creato, dove l'armonia e la gioia di stare insieme non sono contaminate da interessi, consumismo e capitalismo. 

Ancora una volta GRAZIE Ilaria Baldin, GRAZIE Paolo Bressan...

UN FORTE ABBRACCIO

Con Ilaria Baldin... foto ricavate dalla pagina FB "LA CASA DEL CUORE"
VEDI ANCHE:

UNA FAVOLA CHE INIZIA DA UN PASSO
I FANTASMI: LE PAURE DEI BAMBINI
RIFLESSIONE SULLA LETTURA

PULCINO PORTA DOLCI - LAVORETTO DI PASQUA

Un pulcino per un lavoro di pasqua, realizzato con materiale riciclato. Occorrente: · Cartoncino di colore giallo, arancione, ner...