Una torrida domenica di fine agosto, fuggiamo verso la montagna a caccia di refrigerio e voglia di avventura.
Scegliamo l'Altopiano di Asiago, terra per noi di conquista, non avendo mai calcato i suoi sentieri. Su Internet abbiamo trovato una accattivante escursione sul Monte Cengio, monte sacro alla Patria e teatro di sanguinose battaglie durante la Grande Guerra.
Per arrivare al punto di partenza, salendo da Piovene Rocchette (Autostrada A31 della Valdastico) o scendendo da Asiago (in direzione Vicenza poco dopo Tresché Conca), seguiamo le indicazioni per la strada di accesso di circa 3 km per il Monte Cengio nei pressi della "Locanda ai Granatieri".
Il nostro itinerario inizia al primo parcheggio che si incontra lungo la strada, il Piazzale "Principe del Piemonte" - 1.286 mt (se si prosegue per un altro km si arriva al Piazzale dei Granatieri con Bar annesso, da dove è possibile salire sul monte anche ... in Vestaglia da Camera e Ciabatte).
Si capisce fin da qui la popolarità del percorso ... nei giorni festivi bisogna letteralmente ingegnarsi per riuscire a parcheggiare la macchina.
RACCOMANDAZIONI PRIMA DI INCAMMINARSI:
1) Prevedete circa 3 ore di cammino, soste (parecchie) escluse. Non farete molta fatica, le poche salite sono di modesta entità.
2) Portatevi una o più piccole torce per superare alcuni tratti di gallerie bui. I bambini si divertiranno tantissimo, sentendosi piccoli esploratori in Viaggio verso il Centro della Terra (sono utili anche per gli adulti per evitare clamorose capocciate sulla roccia!).
3) Il sentiero, protetto da un corrimano in cordino d'acciaio, è facile e spettacolare con una vista incredibile sulla valle a precipizio più sotto. Consiglio di tenere al guinzaglio i bambini più "imbizzarriti".
Ora siamo proprio pronti a partire. Avete preso zaini, provviste ed acqua?
Seguiamo le indicazioni per l'ECOMUSEO - Sentiero 651 che ripercorre la "Mulattiera di Arroccamento", scavata nella Roccia durante la Prima Guerra Mondiale dal Genio Militare.
Seguiamo le indicazioni per l'ECOMUSEO - Sentiero 651 che ripercorre la "Mulattiera di Arroccamento", scavata nella Roccia durante la Prima Guerra Mondiale dal Genio Militare.
Un brevissimo tratto nel bosco, ci conduce ad una prima galleria di Guerra sulla destra, di cui non consiglio l'esplorazione: arriva infatti in una grotta più ampia con quattro aperture / postazioni di artiglieria, la cui vista ci regala solo un intricato miscuglio di alberi e vegetazione rigogliosa. Non preoccupatevi, avrete modo di sfamare la smania di esplorazione vostra e dei bambini...
Subito dopo questa "distrazione" seguiamo le indicazioni per "La Granatiera": così veniva chiamata la mulattiera che, dobbiamo imboccare e che si snoda fra:
TRINCEE
GALLERIE
CENGE PANORAMICHE
Da qui lo sguardo può spaziare - con un po' di timore e tremolio di gambe - verso la Valle dell'Astico giù, giù in fondo.
Dopo innumerevoli "Mamma che grande avventura!" e continui litigi per chi debba tenere la torcia (portatene una per ciascuno) spuntiamo all'affollato Piazzale dei Granatieri, su cui campeggia la Chiesa Votiva dei Granatieri di Sardegna ...
... affiancata da una statua realizzata con schegge di granate.
Tralasciando la stradina nel bosco che sale dalla Chiesa, scendiamo più sotto e continuiamo sulla "nostra" Mulattiera che costeggerà il Salto Del Granatiere ...
... così chiamato in onore dei Granatieri che nella battaglia del Monte Cengio preferirono buttarsi giù che cadere in mano nemica, e attraverso la lunga "Galleria Comando" ci porterà al Piazzale Pennella e da qui in breve alla Cima del Monte Cengio - 1.348 mt dominato da una croce che di notte si illumina.
Come detto Monte Sacro alla Patria e a cui si accede in rispettoso silenzio.
La discesa può essere fatta dal Piazzale Pennella, per la comoda stradina forestale che in pochi minuti riconduce al Piazzale dei Granatieri. Da qui si può rifare il percorso dell'andata (assolutamente consigliato - la vista panoramica non è mai abbastanza) ,oppure accorciare sulla strada asfaltata verso l'auto.
La mia speranza è che questa nuova generazione non senta la necessità, o non si trovi nelle condizioni, di dover vivere momenti bui come quelli che hanno generato questo percorso, che noi abbiamo attraversato con questa nostra spensierata camminata.
NOTA FINALE: Per spiegare la battaglia avvenuta su queste montagne, mi permetto di citare questo estratto trovato sul sito dell'ANA di Vittorio Veneto (http://www.anavittorioveneto.it/3-giugno-2016-monte-cengio-e-il-salto-del-granatiere/):
GLI AUSTRIACI CONQUISTANO IL
PRESIDIO DEL MONTE CENGIO
Bang! Bang! Click. Gli italiani sul Monte Cengio
hanno finito le munizioni; gli austriaci controllano l’unica mulattiera
praticabile; scordatevi i rifornimenti. Un soldato non ha molte opzioni: può
arrendersi, o può afferrare il fucile per la canna, brandendolo come una mazza.
Quella non è più una battaglia, è una mischia inaudita, una rissa da bar. Il 3
giugno l’assalto austriaco sul Monte Cengio è spinto a fondo. L’ultimo baluardo
italiano è uno sperone di roccia, un balconcino sospeso nel vuoto. Al diavolo
tutto, è il caos a regnare sul furibondo, crudo, corpo a corpo. L’ultimo atto
dei Granatieri di Sardegna è destinato a entrare nell’epica della Grande Guerra:
disperati, avvinghiati al nemico, in molti si buttano giù. L’episodio cambierà
il nome di quel burrone: oggi è conosciuto come “il salto del Granatiere”. A
fine giornata il presidio cade in mani austriache. Dei circa 6.000 granatieri
inviati a difendere il Cengio ne tornano a valle solo 1.300, gli altri
affollano le liste dei morti, dei feriti e dei dispersi.
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