A guardarlo è proprio un cucciolo, tre anni appena compiuti, il primo passo importante, il distacco della mamma.
Ogni loro prima conquista è anche la nostra, li teniamo per mano guidandoli nei loro progressi e scoperte per poi accorgersi che siamo noi genitori a guardare le cose con i loro occhi ed avere il piacere di stupirci... e subentra una crescita anche in noi.
Il mio secondogenito Santiago ormai ha la strada spianata della mia primogenita Gemma, quindi tutto andrà liscio compreso l'inserimento alla scuola materna. Proprio così, aveva solo un mese quando la mia piccola Gemma, a soli 2 anni e mezzo, ha iniziato la scuola materna, lui era tranquillo a dormire nell'ovetto, incurante di ciò che avveniva. E poi i giorni successivi, per tre lunghi anni, ha fatto compagnia alla mamma per andare ad accompagnare e andare a prendere la sorellina, a volte vispo e vigile, altre volte veniva avvolto da una coperta e prelevato dal proprio lettino mentre dormiva e continuando fra le braccia di "Morfeo" mi stava accanto nei tragitti fra sole, pioggia, vento.
Ebbene si: una mamma è proprio tanto grande.
"Adesso Santiago, proprio tu sarai il protagonista della tua vita in questa avventura chiamata "scuola materna" piena di magia e colori,, inizieremo in grande".
Hoimè ogni mio pensiero ottimista va in frantumi già da primo giorno di scuola, proprio così, nonostante i tre anni di preparazione, al distacco, il mio piccolino, non è ancora pronto.
"Dai Santiago, ormai sei diventato grande, oggi è il tuo primo giorno di scuola" gli dico dolcemente io. La sua risposta diretta è: "NOOOOOO non voglio andare a scuola".
Ecco che l'esperienza insegna ad essere fermi nei propositi e far finta di non avere sentito la sua risposta. Lo vesto mentre frigna, zaino a spalla e, con la promessa che rimarrò con lui, arriviamo davanti alla nostra scuola materna.
Foto di rito.
Ciucciato alle mie gambe, non vuole mollare la presa, mentre gli altri bambini felici giocano fra di loro.
Ecco che la maestra propone un disegno preparandoli al distacco dalle mamme: " La mamma deve andare a comprare il pane, dopo il disegnino, andrà via e tornerà presto".
Prendiamo posto nei piccoli banchi dell'aula e, il mio piccolo Santiago, colora il suo disegnino.
Ecco che il ranocchio è pronto per il bacio dalla principessa.
Come promesso, si va a comprare il pane.
Che dirvi... ha urlato come un matto.
Ferma e decisa mi separo da lui... ossia, lascio che me lo strappino dalle braccia.
Lo vado a riprendere dopo un ora, e lo trovo seduto per terra... non si era mosso da li per tutto il tempo, profondamente offeso.
Ebbene si, sostengo che i miei due figli hanno decisamente del carattere.
Il pomeriggio, ricordando la scuola mi dice: " Mamma, domani vengo con te a comprare il pane".
Secondo giorno, non vuole assolutamente vestirsi, l'ho rivesto per 5 volte di fila e quando ritorno dal bagno, dopo 30 secondi di mia assenza, è stato capace di svestirsi e rimettersi il pigiama!
Povera me, ho sudato come se fossi chiusa in una sauna.
Cosa si fa in questi casi?
Mi sfiora in mente di non portarlo, ma il pensiero viene schiacciato dall'esperienza: " se cedi una volta, il bambino ci proverà sempre sapendo che l'avrà vinta."
Ancora più ferma di prima, lo carico in macchina e viaaaaa.
Arrivati davanti la scuola si butta per terra sdraiato lungo lungo piangendo e urlando, ed io guardo in cielo ma non per un aiuto ma per cercare le telecamere.. mi sembra di essere all'interno di un film.
Di peso riesco a portarlo dentro, gli altri bambini giocano felici e il mio, che è un bambino fuori dall'ordinario, appunto straordinario, piange come un matto.
Le mamme ci guardavano ed io pensavo che stavo vivendo i miei 10 minuti di notorietà grazie al mio piccolo bambino, bisogna sempre trovare il lato buono della situazione.
Dopo 15 minuti mi svincolo, senza pietà lo lascio alle maestre con la consapevolezza che Santiago è in buone mani.
Lo vado a riprendere e lo trovo felice, il parco giochi ha fatto i suoi miracoli.
Ebbene, il terzo giorno è andata decisamente meglio. Il mio asso nella manica, prende posto entra in scena, la sua sorellina al suo quarto anno di materna... già perchè la sua mamma da deciso per lei, un altro anno di gioco non le farà male e inizierà la scuola elementare con suoi sei anni di età compiuti.
E così, felici e contenti, si parte per una nuova avventura... la fermezza e la perseveranza è stata premiata.
EVVIVA LA SCUOLA!!!
N.B. Siete pregati di citarmi nel caso di prelevamento di immagini da questo blog. Nel caso di immagini personali è vietata la diffusione. Grazie!
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